venerdì 19 febbraio 2016

Ancora sul Chaga...Il Re delle Piante che cambierà la tua vita per sempre







Copyright (2016)  Cinzia Saulini

Il Chaga (Inonotus obliquus) è un fungo unico nella sua specie, adattogeno, che cresce sulla corteccia delle betulle, in Nord America, Siberia, Paesi nordici e Asia, il cui micelio ha colore nero per via dell’alta concentrazione in melanina. Il fungo chaga cresce nelle foreste Nordeuropee, in Russia, Korea e Nordamerica.
PRINCIPI ATTIVI
Betulina, acido betulinico, melanina, inotodiolo, acido trametenolico, beta-glucani, polisaccaridi, antiossidanti.
EFFICACIA
Le proprietà medicinali del fungo chaga sono varie e molteplici. Utilizzato da millenni dalle popolazioni degli Urali, della Siberia, in Cina e Korea, la polvere di chaga è un rimedio tradizionale considerato una panacea, ma la moderna scienza medica ne ha analizzato l’interessante attività antitumorale in molti studi [1, 2, 3]. Le sostanze in esso contenute sarebbero infatti in grado di aggredire le cellule tumorali in modo selettivo senza però causare danni a quelle sane, come invece avviene con la maggior parte dei chemioterapici oggi usati nella terapia del cancro [1, 2, 3], anche se la reale applicazione terapeutica necessita di ulteriori indagini. Nelle regioni dove se ne fa infatti tradizionalmente uso, l’incidenza di patologie oncologiche è molto più bassa che in altre zone del mondo. Il chaga è inoltre un vero e proprio superfood, dotato di una spiccata attività anti-invecchiamento, antiossidante e soprattutto adattogena. Perfetto quindi per chi conduce una vita stressante e piena di impegni, il chaga aiuta a migliorare la salute del nostro organismo, riducendo l’azione dannosa dei radicali liberi, e predisponendo meglio i nostri bioritmi fisiologici ad adattarsi a stress, malattie, affaticamento e traumi. Una potente azione antinfiammatoria e immunomodulante lo rende quindi un rimedio perfetto sul lungo termine per integrare la nostra dieta con un principio antinvecchiamento di efficacia riconosciuta [4, 5].
Il Chaga posside altissimi livelli di melanina (il colore nero è dovuto a questo) ed hanno un effetto antiossidante protettivo del DNA, infatti combattono anche le radiazioni attivando la Ghiandola Pineale!
Effetti benefici del Chaga
Potentissimo antiossidante
žCombatte le allergie
žCura o previene molti tumori
žInfezioni batteriche
žStabilizzatore della pressione sanguinea
žAffaticamento cronico
žMalattie degenerative
žProblemi digestivi
žDisturbi del sonno
žInfezioni fungine (come per esempio la Candida)
žSalute del cuore
žCattiva circolazione
žAumento della forza con maggiore resistenza alla fatica
žInfezioni virali
žRafforza fortemente l'immunità 
žFavorisce la perdita di peso
Contrasta la perdita di capelli
Migliora la vista
Contrasta la perdita di memoria
Combatte la stipsi
Regolarizza gli squilibri ormonali
Allevia la depressione 

Sisel International utilizza il Chaga purissimo in tutti i suoi prodotti che danno risultati strabilianti sin dal primo mese.
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martedì 16 febbraio 2016

Guarire dal cancro naturalmente grazie al fungo Chaga

ChagaL’azione fitoterapica del fungo Chaga è talmente potente, che quando il premio Nobel russo Aleksandr Solzhenitsyn ne scoprì le caratteristiche negli anni ‘50, l’allora Unione Sovietica URSS preferì nascondere il segreto sperando di poterlo utilizzare per produrre dei super-soldati.Il fungo Chaga, che cresce sulla corteccia delle betulle Siberiane e Nordamericane, è infatti ricchissimo di sostanze nutrienti e potenzianti, che migliorano il benessere fisico e psichico di chi ne fa consumo abituale. Diverse ricerche scientifiche ne hanno dimostrato le capacità adattogene, in grado cioè di aiutare l’organismo ad adattarsi agli stress esterni sia mentali che fisici. Perfetto per i fumatori, i malati di patologie croniche come artrite, diabete, malattie cardiovascolari, e anche solo per chi conduce una vita stressata in un ambiente inquinato come quello urbano, il Chaga combatte l’azione ossidante dei radicali liberi e stimola l’organismo ad affrontare adeguatamente gli stress preservando il suo stato di salute ottimale. Considerato per queste ragioni uno straordinario agente anti-invecchiamento, il Chaga è stato dimostrato possedere un’incredibile attività antitumorale in diversi studi clinici di laboratorio. Il Chaga è infatti in grado di aggredire in modo selettivo le cellule cancerose “impazzite” senza risultare in alcun modo tossico nei confronti di quelle sane, ed è infatti oggi oggetto di ricerca per la produzione di nuovi farmaci antiblastici per la lotta contro il cancro ed i tumori. Il Chaga è unsuperfood che può essere consumato sotto forma di polvere o di concentrato, e può essere aggiunto ai frullati, oppure bevuto come tè o infuso. I siberiani che da millenni ne fanno consumo abituale infatti, pare che siano resistenti ad ogni tipo di infezione (grazie alle sue proprietà immunostimolanti), e che in quelle regioni il cancro sia una patologia così sconosciuta che non esisterebbe nemmeno una parola che la definisca specificamente!
Articolo a cura di: Dr. Claudio Butticè



Nel The e nel Kaffè Sisel è contenuto il Chaga insieme al Ganoderma il Botu Kola e il Bacopa, rendendoli dei veri e propri integratori naturali, il Thè ed il Kaffè Sisel sono curativi, dimagranti e lavorano sull'inversione dell'invecchiamento con risultati eccezionali visibili sin dal primo mese di assunzione.
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lunedì 15 febbraio 2016

Caffè in capsula “al furano”. I ricercatori: “È cancerogeno”

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Il caffè, preso in dosi non eccessive, può essere una bevanda che aiuta il nostro organismo a stare meglio: fa bene al cervello e riduce l’incidenza di malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer. È inoltre un buon antiossidante e protegge il fegato.
Bisogna, però, stare attenti a ciò che consumiamo e alle sostanze chimiche che possono essere presenti nei prodotti di uso quotidiano. Alcuni ricercatori dell’Università di Barcellona, guidati dal professor Javier Santos, hanno effettuato una ricerca sulla presenza di furano nel caffè. Le concentrazioni maggiori di questo composto tossicosono state individuate nel caffè in capsule, tra i 117 e i 244 nanogrammi per millilitro. Nell’espresso sono presenti, invece, tra i 43 e i 146 nanogrammi per millilitro, mentre nel caffè che prepariamo in casa, possiamo trovarne ancora meno: 20-78 ng/ml con quello normale; 14-65 nel decaffeinato. Il livello più basso è stato riscontrato nel caffè solubile: 12-35 ng/ml.
Ma perché il furano è così concentrato nelle capsule di caffè? Questa sostanza organica viene spesso a formarsi nel corso dei trattamenti termici degli alimenti: “La ragione di questi alti livelli”,spiega Santos, “è dovuta al fatto che le capsule, ermeticamente sigillate, impediscono al furano, che è un composto volatile, di disperdersi”.
L’ EFSA, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha effettuato una valutazione del rischio del furano per la salute umana, congiuntamente con ONU, FAO e Organizzazione Mondiale della Sanità: la conclusione è che “il margine di esposizione per il furano rivela una preoccupazione per la salute umana”. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), l’ha inserita inoltre nella lista tra le possibili sostanze cancerogene per gli esseri umani.
Finora, i suoi effetti devastanti sono stati studiati pienamente solo sugli animali, ma è evidente che non si tratta di una sostanza benefica: quando associata con altre tossine – come diossine e PCB – il furano può provocare danni molto seri. Lo ricorda, sul Fatto Quotidiano, Patrizia Gentilini medico oncologo e membro dell’ISDE: “I rischi per la salute correlati all’esposizione a tali agenti sono importanti e purtroppo non del tutto noti: certamente la TCDD ( diossina di Seveso), unitamente ad un furano e al PCB 126 sono cancerogeni certi per l’uomo ad azione multiorgano e correlati in special modo a tumori del sangue, mammella, fegato, polmone. Tuttavia, anche se l’effetto cancerogeno, in particolare per diossina e composti diossino-simili, è stato quello affrontato per primo e quindi più studiato, ciò che oggi emerge con sempre maggiore evidenza per l’insieme di queste molecole è la complessa azione di squilibrio endocrino-immuno-metabolico, per cui l’effetto oncogeno appare essere più una conseguenza, che non una diretta azione.
Anche se i ricercatori spagnoli hanno stabilito che la quantità di furano presente nel caffè non supera i limiti di legge, occorre fare sempre attenzione. Il rischio, infatti, è quello del bioaccumulo e cioè quel processo di accumulazione costante di sostanze tossiche, che possono persistere nel nostro organismo anche a livelli superiori rispetto a quelli dell’ambiente circostante.
Pochi mesi fa, ad esempio, abbiamo visto come i furani e altre sostanze tossiche (Pcb, pesticidi e ftalati) abbiano provocato non pochi danni alle donne che facevano uso di alcuni particolari tipi di cosmetici: tra i problemi di salute più gravi, l’incidenza di alcune forme tumorali e la menopausa precoce. L’ultima rilevazione su questa sostanza effettuata dall’EFSA ne ha mostrato la presenza “in vari alimenti trattati termicamente, in particolare caffè e prodotti in scatola, compresi gli alimenti in vasetti per l’infanzia”.
Fonte: http://ambientebio.it/

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